Assolutamente sì, proprio come succedeva con il
super ammortamento, anche se sono variate le modalità di “riscossione”. Il credito d’imposta viene utilizzato in compensazione: il
6% del valore dei beni strumentali acquistati (fino ad un tetto massimo di 2 milioni di Euro) andrà a costituire un risparmio sull’IRPEF o IRES da “spendere” entro i 5 anni successivi a quello d’entrata in funzione dei beni. La compensazione avviene in cinque quote annuali di pari importo.
Il credito d’imposta sull’acquisto di beni strumentali è fruibile da qualsiasi impresa o da detentori di partita IVA o professionisti purché:
- l’acquisto venga effettuato entro il 31 dicembre 2020
oppure
- l’ordine d’acquisto venga accettato entro il 31 dicembre del 2020, con versamento di un acconto pari almeno al 20% del valore finale del bene, concludendo l’acquisto entro il 30 giugno 2021.
L’acquisto deve essere utilizzato per imprese che operano in Italia e deve essere fatto utilizzando in fattura l’apposita dicitura prevista dalla legge, con riferimento alle disposizioni dei commi da 184 a 194 dell’art. 1 della L.160/0219.
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